sabato 27 marzo 2010

Bastian Contrario- Ristorante - Moncalieri Torino - Italia

Nel nostro recente soggiorno a Torino, grazie ad una dritta avuta da un collega di lavoro di mia moglie, siamo arrivati in questo posto. Dopo circa 700 chilometri di viaggio, ci siamo inerpicati su per i monti e dopo una quindicina di minuti siamo arrivati a destinazione. La neve era ancora quella dei giorni precedenti e la temperatura non era delle migliori. Pensando di poter arrivare in qualsiasi orario, alle 19,40 siamo arrivati. Ma l'orario di apertura sono le venti e i proprietari sono inflessibili o forse hanno antenati svizzeri, comunque abbiamo provato a suonare, ma niente da fare, si apre alle venti e prima non si entra.
il luogo è molto particolare e la serata è stata veramente interessante e ci ha riempito, in tutti i sensi.
Appena entrati, dato che avevamo prenotato, ci hanno fatto accomodare al nostro tavolo e hanno riposto le nostre giacche nel guardaroba. Subito dopo si è avvicinato il titolare, il quale ci ha salutato e ha chiesto se conoscevamo il funzionamento del locale, cioè come si sarebbe svolta la cena. Non sapendo quasi nulla, ci ha spiegato che su un tavolo a forma ovale, molto grande, c'erano 69 antipasti, tra caldi e freddi e che comunque ogni piatto ci sarebbe stato spiegato da sua moglie. Nel frattempo è arrivato il cameriere il quale ci ha offerto un prosecco con delle foglie di salvia pastellate, mai mangiate, ma devo dire che sono molto buone. A questo punto inizia la sfida ai 69 antipasti. Il salame di patate è il primo antipasto che ho preso, ma francamente non li ho contati tutti. Dico solo che ho riempito per tre volte il piatto e tra lingua e frittini, tra trippa e gorgonzola, non sapevo più come trovare un altro pò di posto. Intanto il titolare ci ha consigliato come vino un Bramaterra, un vino rosso piemontese, buono ma niente di eccezionale. Uno normale pensa che dopo tutto quel ben di Dio sia finita la cena e invece no, perchè vediamo arrivare il cameriere con dei tagliolini al tartufo panna e mocetta, buoni e delicati. Ma il pezzo forte arriva qualche attimo più tardi, cioè gli gnocchi al castelmagno serviti e conditi direttamente dentro mezza forma di parmigiano. Questo è il piatto che ho preferito in assoluto. A seguire sono arrivate delle formine di spinaci con la besciamella e fricandò con peperoni, tipico piatto di carne.
A questo punto ci sono anche i dolci , per primo arriva un piattino di biscottini chiamati Brut e Bon e a seguire il gelato con il cioccolato amaro caldo e granetti di amaretto.
Ma diamine bisogna anche digerire, per cui dopo il caffè arriva il Rosolio di Ginepro, che si narra che abbia potenti proprietà afrodisiache. Francamente dopo una cena del genere ce ne vorrebbe una damigiana intera.
Il conto finale? 50 euro a testa e 25 i bambini. Insomma ci si può stare , anche in rapporto all'eleganza del locale e alla qualità del cibo mangiato.
Alla fine non so quanti antipasti ho assaggiato, ma diciamo che vicino alla quarantina ci sono arrivato.

mercoledì 24 marzo 2010

I Centeuri e il Progetto Alessio Rossi

Come gruppo abbiamo deciso di appoggiare il progetto Alessio Rossi a favore dell'Ospedale Pediatrico di Emergency a Goderich in Sierra Leone.
E' sempre stato il nostro fine quello di cercare di dare una mano, anche se in minima parte, a coloro che ne hanno più bisogno e abbiamo ritenuto che ricordare Alessio in questa maniera sia il modo migliore.
Noi abbiamo donato una piccola cifra, poco più di una quota campo quando andiamo a giocare una partita. Speriamo che molte altre persone, facciano la stessa cosa, perchè aiutare i bambini è qualcosa di speciale e solo delle persone speciali potevano avere l'idea di fare questo.
Con una donazione di qualsiasi entità si potrà continuare a rendere possibile un sorriso di un bambino e allo stesso tempo un sorriso verrà regalato anche ad Alessio.
Ecco i dati per donare:

c.c. postale n. 28426203 intestato a Emergency Ong Onlus
Via Meravigli 11 - 20123 Milano - Causale : Progetto Alessio Rossi

lunedì 22 marzo 2010

Contratto parte economica forze di polizia 2008-2009

Ogni mese questo post sarà aggiornato per mettere in risalto la continua vergogna
Contratto scaduto ormai da 28 mesi.
Contratto scaduto da 30 mesi, cioè 2 anni e mezzo.
Contratto scaduto da ormai quasi 32 mesi.
Franco Maccari segretario del Coisp, ha ben messo in evidenza le parole del Senatore Saltamartini, definendole "cazzate" e si perchè si ha una bella faccia tosta nel dire "che il gruppo Pdl del Senato guidato da Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliarielllo ha voluto riconoscere la specificità del personale militare, di polizia e del soccorso pubblico”.
Forse il senatore pensa di avere a che fare con un manicolo di incompetenti, di persone che si tengono buone con quattro chiacchiere buttate al vento. La manifestazione del 21 luglio no è stata imponenente come quella precedente, cioè quella dei 40 mila poliziotti. Ma non abbiamo timore, perchè se contuano a perseverare nel loro modo di fare e blindano la finanziaria come l'hanno concepita, quei 40 mila saranno molti di più. Settembre è vicino e la crisi continua pesantemente a influire sui consumi di tutti gli italiani, meno che nelle tasche di questi privilegiati
E continuano imperterriti a lavarsi le mani davanti ad una evidenza solo chi non vuol vedere. Parlano di tante belle cose, di tagli, di manovre, però poi vanno a toccare sempre i soliti noti, cioè la povera gente. Il mio stipendio, vedendo il cud, da un anno all'altro è diminuito, ma non necessariamente sono dimnuiti i prezzi al consumo. Ma cosa aspettate a mettervi una mano sulla coscenza. A quanti mesi dovremo arrivare per vedere qualche euro in più su una busta paga che grida vendetta?
Purtroppo son sicuro che il prossimo mese sarò ancora qui a scrivere e aggiungere un altro mese di ritardo da parte di coloro che dovrebbere pensare al bene della gente.
I poliziotti aspettano da troppo tempo i miglioramenti economici previsti dal contratto economico 2008-2009, scaduto da ben 28 mesi. Un vero e proprio record negativo. Nel frattempo i poliziotti percepiranno da questo mese di aprile circa 7 euro come indennità di vacanza contrattuale. Nella storia dei contratti della polizia è la prima volta che gli appartenenti alle forze di polizia arrivano a percepire la vacanza contrattuale di due accordi scaduti. Solo dopo aver chiusa la partita del contratto 2008-2009 si potrà iniziare la battaglia per la Finanziaria 2011 finalizzata ad ottenere stanziamenti contrattuali adeguati per il triennio 2010-2012.
Il signor Gasparri è quello che più di tutti si è sempre riempito la bocca con le forze di polizia, sempre a dire che lui stava dalla parte dei poliziotti e che comunque era sempre dalla loro parte. Ma come lui, sono parecchi che la pensano in questo modo.
Poi alla luce dei fatti i risultati non si vedono. Non sento nessun esponente di questo governo di centro-destra, che nella fantasia popolare dovrebbe essere molto più di altri dalla parte delle forze dell'ordine, parlare di riconoscimenti tangibili per i poliziotti. Oltre ad aver tagliato le spese relative alla sicurezza, cioè quelle spese che vanno a favore di tutti i cittadini, da oltre due anni, per l'esattezza 27 mesi, non si sono posti nessun problema relativamente al contratto economico ormai scaduto. I poliziotti sono in vacanza contrattuale da ben quasi due anni, cioè percepiscono l'ingente somme di euro 12, lordi, come indennità. E scaduto il vecchio, non c'è traccia di parlare del nuovo o meglio di quello che avrebbe dovuto essere nuovo.
Non riesco a capire o meglio lo capisco molto bene, come facciano a gonfiarsi il petto quando si catturano pericolosi latitanti e poi dimenticarsi di quello che spetta per diritto. L'unico che ha parlato è stato il signor Brunetta, che dall'alto della sua scienza, ha soltanto elargito offese ai poliziotti, definendoli "panzoni".
Neanche 40 mila poliziotti scesi in piazza per reclamare i loro diritti hanno scalfito il muro eretto da questi burocrati.
E alla fine , sempre il Gasparri, mettendosi contro il ministro dell'Interno e la polizia nella sua totalità, ha pensato bene di dire del questore di Roma «Questore in preda a una crisi etilica», in riferimento alla polemica inerente i partecipanti alla manifestazione di sabato scorso a San Giovanni.
Si mettano una mano sulla coscienza, è vero che il momento è difficile, che la congiuntura economica è particolare, ma è anche vero che non è giusto che a pagare siano sempre gli stessi e che questi freddi burocrati siano "sempre" così lontani dal paese reale.

Hotel NH Ambasciatori - Torino - Italia


Ho soggiornato in questo albergo per due notti durante un fine settimana. Motivo di questa nostra gita nella città Sabauda, è stata la visita al Museo Egizio. Visita prenotata e con percorso specifico per i bambini. Ma è stata anche l'occasione per vedere con un pò di calma una città affascinante e piena di storia. E aspetto non secondario abbiamo provato due ristoranti uno migliore dell'altro, ma di questi ne parlerò in seguito.
Tornando al nostro albergo, devo dire che siamo arrivati qui grazie alla coppia di amici che con il loro piccolo ci ha accompagnato in questo viaggio. Struttura veramente notevole, forse dall'esterno può apparire un pò grigia, un pò cupa, ma gli interni sono curati e il servizio è eccellente.
Ci troviamo a poco più di un chilometro dal centro storico di Torino e comunque con la comodità della fermata della Metropolitana e dei mezzi pubblici a pochi metri dall'albergo.
La stanza che ci hanno assegnato era veramente ampia e ben illuminata , ecco forse l'unica pecca era la veduta, infatti dava direttamente sulla strada e la mattina, anche con le finestre chiuse, quando è passato il camion per la raccolta dei rifiuti, si è sentito un gran rumore. Ma a parte questo inconveniente, la stanza era davvero tenuta bene e con il bagno pieno di prodotti di marca. All'interno abbiamo trovato il minibar, la televisione con ricezione di canali satellitari e eventuale pay tv, la radio , un'ampia scrivania e la climatizzazione.
I letti molto comodi e grandi, infatti sembravano king size. A Jacopo hanno dato una camera comunicante, con bagno personale e tutto quello che c'era nella nostra. Graditi i giochi direttamente dalla televisione.
Gli accappatoi erano di una spugna veramente morbida e asciugavano alla grande.
Appena arrivati ci hanno accolto con cordialità e , dopo aver disbrigato le operazioni di routine, ci hanno consegnato le chiavi magnetiche, una per ognuno, della camera. L'atmosfera che abbiamo trovato è stata piacevole e all'insegna del voler mettere il cliente a proprio agio. Come dicevo in precedenza esternamente non si ha gran colpo d'occhio, in quanto il colore stride con ciò che c'è intorno, però l'interno rende giustizia e si presenta veramente bene.
All'interno c'è anche un ristorante, che noi non abbiamo provato, però abbiamo usufruito per due mattine della sala colazione e delle sue ottime pietanze. Si può andare dal dolce al salto con molta semplicità e soprattutto con una ottima qualità. Passano sempre di camerieri per chiedere cosa si prende da bere e comunque senza alcun limite. Per cui classico cappuccino e conseguente espresso dopo aver finito di mangiare. Sul servizio devo dare una nota di merito, in quanto sono veramente gentili e molto disponibili verso la clientela. Le bevande annoverano anche molti succhi , acqua e altre specialità.
Cibo ottimo, vario e abbondante. La sala è molto luminosa, il che non guasta.
Come detto precedentemente, la posizione è ottima sotto tutti i punti di vista, è centrale e ottimamente collegato con i mezzi di trasporto. Senza trascurare il fatto che sotto l'albergo c'è il garage , ma anche lasciando la macchina fuori, come abbiamo fatto noi, basta pagare la sosta sulla strisce blu e il gioco è fatto.
Che dire la macchina, se non dovete andare nei dintorni della città, ve la dimenticate, perché
il centro storico di Torino è a pochi minuti di passeggiata e i suoi negozi, ma soprattutto le sue pasticcerie e bar, vi aspettano a braccia aperte per farvi degustare dolci sensazionali.

lunedì 15 marzo 2010

Musèe Rodin - Parigi - Francia

Parigi è sempre una sorpresa, c'è sempre qualcosa di nuovo da vedere. Di Rodin, prima di aver visitato il museo non ne sapevo nulla e sicuramente era una mia mancanza. Poi ho sempre pensato che le sculture o opere similari fossero abbastanza pesanti da digerire, comunque quelle mostre che avevo visitato in precedenza non mi avevano entusiasmato più di tanto. Ma qui si tratta di tutta un'altra cosa, si tratta di opere splendide, che ti regalano un'emozione particolare. Sarà che poi la mostra era abbinata a dei dipinti di Matisse e allora il tutto ai miei occhi è diventato molto più intenso. Appena arrivati facciamo una discreta fila di mezz'ora e rimanendo anche un pò stupiti di questa fila, dato che ci trovavamo in un giorno in mezzo alla settimana. C'è l'offerta famiglia e con soli 10 euro entriamo tutti e tre. Dopo aver preso qualche depliant, cominciamo il nostro percorso, che ci regalerà delle piacevolissime sorprese.
La visita inizia con i dipinti di Matisse messi in contatto con le opere di Rodin, opere che trattano anche di pittura. Le spiegazioni, tutte in inglese, francese o spagnolo, mettono in rilievo i punti di contatto tra i due artisti. Poi Matisse è semplicemente stupendo, almeno per me. Ma continuiamo e così finita la mostra di Matisse entriamo nel regno di Rodin, in quella casa che un anno prima della sua morte, lui decise che sarebbe diventata la casa delle sue opere, in quanto decise di donarle alla sua Francia. Il museo ha sede presso un palazzo del settecento che ospitò l'Hotel Byron ma che dal 1911 è di proprietà dello stato francese. Rodin abitò qui dal 1908 al 1917 e due anni dopo la sua morte il museo venne inaugurato.
Entrando nell'ampia sala al piano terra si cominciano a vedere alcune delle opere più famose e importanti. Scuramente tra queste opere rientrano "le mani" e , soprattutto, "il bacio". Quest'ultima ha un'altra versione al Tate di Londra. Questa opera fa di rodin un artista erotico, in quanto il bacio che si danno i due è molto intenso. In realtà Rodin ha voluto rappresentare l'amore tra Francesca da Rimini e Paolo Malatesta, nel V° canto dell'inferno. Ecco, l'Inferno di Dante è l'ispirazione principale per le maggiori opere dell'artista, soprattutto quelle che si trovano all'esterno, nel giardino.
Al secondo piano dell'edificio troviamo tra le opere dell'artista, anche quadri di Van Gogh, Renoir, Munch e Monet.
La fortuna ha voluto che la giornata sia soleggiata e con ancora un pò di neve che aspettava di sciogliersi al sole. Il Pensatore, dall'alto osserva che tutta vada bene, almeno così sembra. In realtà si trova proprio di fronte alla Porta dell'Inferno, un opera grandiosa che in realtà che vide la sua fusione nel bronzo solamente dopo la morte dell'artista.
Il Pensatore altri non è che Dante che pensa all'immensa opera da lui scritta proprio davanti al luogo che lo ha ispirato.
Altra opera importante , che si trova al centro della fontana posta in fondo al giardino, è quella del Conte Ugolino, mentre è intento a mangiare i resti dei propri figli.
Non da meno, come importanza, è l'opera chiamata "i Borghesi di Calais", la quale è nata come ricordo in onore della gente di Calais per come si erano comportati nell'occasione dell'invasione inglese del XIV° secolo.
La visita dura tra le due e le tre ore, ma passano velocemente per l'abbondanza di emozioni che si provano.
Il museo si trova molto vicino a Les Invalides e comunque con la fermata della Rer o della metropolitana prossime all'attrazione.
Forse non rientra tra i musei più altisonanti e conosciuti, ma vale veramente la pena andarlo a vedere.

giovedì 11 marzo 2010

Pannenkoekenhuis Upstairs - Ristorante - Amsterdam - Paesi bassi - Olanda


Ci troviamo nel cuore di Amsterdam, di fronte alla scala più ripida di tutta la città. Per arrivare a sedersi in questo piccolo locale, che può ospitare al massimo dieci quindici persone, bisogna sobbarcarsi una scalinata molto ripida. Arrivati a metà di questa scalinata, si entra nel locale, tenendo presente che è aperto solo il venerdì , sabato e domenica, dalle 12,00 alle 18,00. Tutto si basa esclusivamente su piatti di pancakes, dolci o salati. Il locale è arredato con tutta una serie di stampe alle pareti, tra cui quelle che riguardano la famiglia reale e da moltissime teiere e bricchi vari, appesi al soffitto.

L'acino che vola - Enoteca /Ristorante - Roma

L'Acino che vola, è una enoteca / trattoria, che si trova nel quartiere Monteverde di Roma, precisamente una strada laterale della Via Portuense. Il locale non è molto grande e dispone oltre che di una sala interna , di un terrazzo giardino molto utile durante i mesi estivi. La particolarità dell'offerta è nella ricerca di prodotti biologici e comunque di piccole aziende che non ruotano attorno ai marchi più conosciuti. I prodotti, specialmente i vini, provengono dal Lazio, Umbria e Marche. Durante la settimana si tengono della cene a tema con menù fisso, tipo la serata dei primi o quella del pesce o quella a sorpresa. Si svolgono corsi per la degustazione del vino, per la preparazione in casa della birra e dei formaggi. Molto nota è la giornata della preparazione della pasta fatta in casa. Il locale è aperto tutti i giorni , tranne il lunedì per riposo settimanale, dalle 16 alle 02, per cui è indicato anche come luogo per il dopo teatro.

De Blaffende Vis - Ristorante - Amsterdam - Paesi Bassi - Olanda

Il locale De Blaffende Vis, in italiano “Pesce che abbaia”, si trova in uno dei quartieri più famosi di Amsterdam, per quanto riguarda lo shopping, cioè il Joordaan. Questo ristorante / bar offre piatti della cucina contemporanea olandese ed è aperto per la colazione, per il pranzo e per la cena. Ogni giorno si preparano piatti diversi, sia caldi che freddi, i quali vengono elencati nell'apposita lavagna che si trova all'entrata del locale. Come la maggior parte dei ristoranti di Amsterdam, la cucina è a vista, per cui si possono vedere preparare direttamente i piatti ordinati. E' diviso su due piani, infatti il piano superiore è soppalcato e con una gradevole vista su una strada laterale. La sera dopo le venti, il luogo si riempie di studenti e di altre persone che conversano e bevono birra ascoltando musica. Coloro che vi lavorano parlano la lingua inglese e comunque sono disponibili menù in inglese. Molto richiesti anche i dolci, con la torta di mele e cannella come punto di forza.

Le Temps de Cerises - Ristorante - Parigi

Parigi ci accoglie sempre alla grande, forse perchè ne siamo talmente innamorati che ogni cosa per noi va bene. Però per quanto riguarda il cibo non guardiamo in faccia nessuno e se non va bene , c'è poco da fare.
Comunque stavolta ci troviamo nel XIII° arondissement, vicino a Place d'Italie e nel cuore della zona universitaria. Siamo arrivati nel pomeriggio e dopo un piccolo riposino ci siamo subito messi in moto. Una breve camminata per conoscere un pò il quartiere e poi ci spostiamo verso Place d'Italie, dove c'è il centro commerciale Italie2. Dopo un breve giro al suo interno, il nostro piccolo comincia a manifestare un certo appetito. Iniziamo a camminare e dopo aver scartato un paio di locali segnalati, ci troviamo in Rue de la Butte. E' pieno di localini interessanti, sia per mangiare che per acquistare qualcosina di simpatico. A un certo punto la nostra attenzione viene catturata da un locale che ci piace subito e senza pensarci due volte, decidiamo di entrare.
Appena entrati, ci chiedono quanti siamo e ci fanno accomodare in un tavolo dove già c'è una signora con un libro in mano e che è evidente in attesa di qualcuno. Appena seduti, prima di ordinare, portano a Jacopo un bicchiere di sciroppo di amarena, loro lo chiamano granatina. Molto carino come gesto, anche perchè poi abbiamo scoperto che era gratuito. L'ambiente è molto particolare, le pareti sono piene di poster, con evidente tendenza di sinistra. Ma dove si mangia bene e l'ambiente è piacevole, francamente queste cose sono irrilevanti. Dunque arriva una signora e ci porge il menù. Da bere prendiamo l'acqua in caraffa e un quarto di vino rosso della casa, non male. Jacopo ha invece successivamente preso un altro bicchiere di granatina. Per iniziare abbiamo preso l'insalata con la guancia di maiale ( salade de joues de cochon), un’insalatona normale senza cetriolo e una mousse di formaggio. Il tutto accompagnato dal famosissimo pane francese, cioè la baquette. Diciamo che il cestino del pane è stato riempito più volte. Nel frattempo il locale si è popolato talmente, che tutti i posti sono occupati ed è arrivato anche il compagno della signora che leggeva il libro. In pratica siamo in cinque nella stesso tavolo. Attendiamo un pochino per i secondi, però l'attesa viene ripagata. Il nostro piccolo Vissani, ha preso l'entrecote con parecchie patatine , mentre Carla ha optato, dietro consiglio della signora che ci ha servito, per un entrecote al roquefort e patatine, mentre io ho preso la stessa ma con un purè fatto di patate e funghi champignon e salsa al fois gras. Il piccolo Vissani e la mamma hanno avuto un pò da ridire sulla cottura, mentre a me è andato tutto come previsto, cioè molto bene. Devo dire la verità, che se avessimo visto subito la dimensione dei secondi piatti, l'antipasto lo avremmo sicuramente saltato. Ma comunque già che c'eravamo, abbiamo deciso di assaggiare un dolce in tre, per cui abbiamo preso una buona crema catalana, ma un pò più lavorata, infatti c'erano dei pezzetti di cioccolato.
Alla fine abbiamo pagato 73 euro in totale, meno di 25 a testa e ci hanno regalato anche dei lecca lecca a forma di ciliegia. Nel frattempo c’erano persone che attendevano in fila in attesa che si liberassero dei tavoli.
Insomma una bella serata, divertente, al giusto prezzo e con un buon cibo, anche secondo il piccolo Vissani.

lunedì 8 marzo 2010

Fratelli di sangue. Storie, boss e affari della 'ndrangheta, la mafia più potente del mondo - Antonio Nicaso Nicola Gratteri


Sono venuto a conoscenza dell'esistenza di questo libro grazie alla trasmissione televisiva "Che tempo che fa", condotta da Fabio Fazio.
Un libro da leggere con calma, cercando di assimilare il più possibile i dati, a dir poco spaventosi, che ne vengono fuori.
Ma cominciamo con il descrivere brevemente i due autori del libro, cioè Nicola Gratteri e Antonio Nicasio. Il primo è impegnato in prima persona nella lotta alla 'ndrangheta e infatti ha indagato anche sulla strage di Duisburg del 2007, mentre il secondo è uno storico e forse il massimo esperto nella conoscenza di questa organizzazione.
Non tutti sanno che la 'ndrangheta ha ormai superato Cosa Nostra nel volume di affari relativo al traffico di droga. In campo mondiale , ma soprattutto in Europa, opera in condizione di assoluto monopolio. Ma il giro di affari è ormai esteso a vari settori. Un dossier del 2006 ha messo in luce la totale invasione di questa organizzazione nel campo economico, visto il proliferare di supermercati e il controllo nella distribuzione della carne. Per non parlare degli investimenti nel traffico dei rifiuti e nel campo sanitario.
La parola 'ndrangheta deriva dal greco , precisamente da "andragathos" che significa uomo coraggioso. Le sue origini prendono forma, secondo una leggenda, dal lontano Seicento. Infatti si narra che una nave partita dalla Spagna, avesse a bordo tre fuggiaschi. I tre erano Osso, che sbarcò a Favignana e fondò la mafia, Mastrosso andò in Campania e fondò la camorra e infine Carcagnosso, devoto a San Michele Arcangelo, andò in Calabria e fondò la 'ndrangheta. Da notare che San Michele Arcangelo è il protettore dei poliziotti.
L'organizzazione è paranoica per quanto riguarda il rispetto delle regole e comunque è una società segreta di cui tutti devono conoscere l'esistenza. Con il passare degli anni, cambiarono i riti di iniziazione ma, soprattutto, ai tre fuggiaschi, subentrarono le nuove figure massoniche impersonate da Garibaldi, Mazzini e La Marmora.
Il boss dei boss, è stato sicuramente Antonio Macrì. Era amico di Luciano Liggio e di Michele Navarra, boss dei Corleonesi. Il boss comandava con lo sguardo, tanto che in una sentenza del 1950 i giudici scrissero che nella zona di Siderno e Locri si ricorreva alla potenza di Macrì per dirimere e imporre la volontà dei padroni sui contadini e sui mezzadri. Di lui, Giacomo Lauro, disse che era il vero e unico Capo dei Capi. Conobbe Provenzano e Riina, quando ancora avevano i pantaloni corti.
Dal 1985 al 1991 ci fu un cruento scontro tra le varie cosche e famiglie dell'organizzazione, che portò all'uccisione di più di 700 persone. L'ultimo omicidio fu quello del magistrato Antonio Scopelliti e segnò il più alto grado di collaborazione con la mafia. Infatti Scopelliti avrebbe dovuto rappresentare l'accusa nel processo contro Cosa Nostra.
L'organizzazione della 'drangheta si fonda sulla famiglia di sangue, cioè più cosche insieme danno vita al "locale", che riveste l'unità fondamentale dell'aggregazione mafiosa in un determinato territorio. La sua costituzione è subordinata alla presenza di 49 affiliati ed è retto da tre persone dette "copiata".Colui che si occupa dell'economia del locale, più precisamente della "baciletta", è il contabile. La baciletta è la cassa comune dove confluiscono tutti i proventi delle attività illecite, mentre il "capo crimine", è colui che si occupa degli eventi delittuosi.
La relazione dei gruppi calabresi è basata sul vincolo di sangue. Infatti in un comune della fascia ionica discendenti di due famiglie di 'ndrangheta si sono sposati tra loro per quattro volte. Altra dato da collegare a questo è l'intercettazione effettuata dai Ros, i quali hanno ascoltato la conversazione di una donna di Platì, la quale si lamentava con il marito, in quanto era stata obbligata a sposarlo. Insomma il tutto riporta quasi all'epoca medioevale, quando i regnanti stipulavano i matrimoni a fini espansionistici e di compattezza territoriale.
Nella gerarchia della 'ndrangheta c'è figura importante, come il camorrista di sgarro, che può essere di sangue, se ha almeno commesso un omicidio. Ad ogni figura corrisponde un santo, per esempio al picciotto è collegata Santa Liberata e allo sgarrista Santa Elisabetta. Chi non entra nell'organizzazione è detto "contrasto", mentre i fiancheggiatori sono chiamati "contrasti esterni".
Nella 'drangheta le colpe si distinguono in trascuranze e sbagli. La trascuranza è una mancanza di poco conto e viene, generalmente, punita con una ammenda, mentre lo sbaglio è punito con la morte o con la "spoliazione completa", cioè con la degradazione completa dell'affiliato.
Per entrare a far parte dell'organizzazione bisogna seguire un rituale ben preciso, cioè si deve far cadere una goccia di sangue di colui che vuole entrare sull'immagine di San Michele Arcangelo. Detto santino fu anche ritrovato in occasione della strage di Duisburg.
Il codice (scritto) della 'drangheta riveste un'importanza fondamentale, in quanto è lo strumento che da il senso di appartenenza e conferisce la legittimazione a tutti gli affiliati. Il rito e il suo linguaggio, scritto e non, rappresentano in un contesto degradato, sia culturalmente che economicamente, la rivalsa della società criminale calabrese.
Su una cosa i codici non svelano nulla, cioè riguardo all'elezione dei gradi più alti. Tale cosa rimane avvolta nel mistero.
In media il 59% degli affiliati, alla fine del 2005, aveva meno di 45 anni e questo spiega la facilità con cui l'organizzazione riesce a rinnovare i propri organici.
L'organizzazione è ormai vasta e arriva in qualsiasi parte del mondo.La strage di Duisburg parte da San Luca, in provincia di Vibo Valentia e arriva in Germania.
La 'ndrangheta è ormai ben amalgamata in tutto il territorio nazionale. L'organizzazione è ben radicata in sedici regioni italiane e ha collegamenti con realtà criminali di altre tre.
Per esempio nella provincia di Roma, la 'ndrangheta ha avuto rapporti con la banda della Magliana , mentre in Campania con la Camorra nel gestire il contrabbando di sigarette. Ma anche la Valle d'Aosta non è immune dal contagio, infatti il turismo è uno dei maggiori business per l'organizzazione.
La 'ndrangheta è la vera mafia globalizzata e non vi è continente che possa considerarsi immune dalla sua presenza. Per esempio nel continente africano all'inizio degli anni ottanta, venne individuato un grosso giro di hashish gestito da organizzazioni vicine alla famiglia di Hassan II° , Re del Marocco. E questo traffico era gestito dalla 'ndrangheta e da altre organizzazioni criminali del Centro Europa.
Recentemente si è scoperto che importanti esponenti del Kuwait avevano cercato dei contatti con la 'ndrangheta per riportare in patria il tesoro portato via da Saddam Hussein durante la prima Guerra del Golfo.
Leggetelo e fatelo leggere, perchè si scoprono notizie veramente interessanti.

martedì 2 marzo 2010

Marko Tana - Cabaret - Artista -


Marco, con la c, nasce a Roma il 1° Agosto 1966. Questo giorno è un giorno un pò magico, nascono artisti e grandi amici. Invece il Marko attore, anche se per gioco, vede la luce a otto anni di età, quando con i boyscout faceva ridere gli amici. All'inizio era accompagnato nella sua futura carriera da cabarettista dal suo amico Roberto e infatti avevano fondato i "Tana Libera Tutti". Un duo molto apprezzato che nel 1997, un pò per gioco, partecipò al concorso "Riso in Italy" e un pò a sorpresa arrivò in finale. Da quel momento anche gli impresari più in vista dello spettacolo si accorsero di loro e conseguentemente da semplice passatempo, la cosa cominciò a diventare seria. Da ormai dieci anni, sale sui palcoscenici più importanti di Roma, da solo. E' Marko Tana. A Roma non c'è evento importante che non l'abbia visto protagonista, dal Centrale del Foro Italico a Re per una Notte, dal Salone Margherita al Palacavicchi. Insomma un successo che sale sempre di più. Ha logicamente un suo artista di riferimento, un suo attore preferito, è Aldo Fabrizi. Una sorta di prolungamento della comicità romana del grande attore scomparso. La grande ecletticità di Marko Tana, è sotto gli occhi di tutti e soprattutto di quei fans che appena vedono un suo manifesto o che sanno di un suo spettacolo, lo seguono in qualsiasi luogo. La sua capacità è quella di adattarsi alle situazioni, al tipo di pubblico che si presenta ai suoi spettacoli. Non è semplice essere artista in situazioni in cui il pubblico ti offende, ma Marko anche in queste occasioni è riuscito a uscirne fuori alla grande. Logicamente erano i primi tempi, quando ancora il suo nome non era molto conosciuto, ora tutto questo non succede più, anzi gli applausi e i complimenti, sono la logica conseguenza della sua bravura.
I suoi personaggi di punta sono il Penombra, che ha sempre problemi con il cibo. Poi c'è il Sor Umberto, eternamente ubriaco, Richetto er matto, Checca Rino, dal nome si capisce che è una mezza checca e Riccardo, un personaggio prettamente radiofonico, nato dalla strana voce di un suo compagno di classe.
La sua forza è anche quella di non schierarsi, durante i suoi spettacoli, politicamente ne da una parte ne da un'altra. La politica, insieme alla fede religiosa, sono aspetti di cui Marko ha grande rispetto.
Anche quando non si ha voglia, bisogna far ridere la gente. E tutto questo lo ha provato sulla sue pelle. Quando qualche anno fa, ha avuto seri problemi di salute, il giorno che gli diedero la brutta notizia, coincise con una serata ad uno dei luoghi di punta del cabaret, cioè il "Tina Pica". Fece ridere come al suo solito, forse anche di più e chi sapeva gli fece i complimenti per la sua serietà nel far ridere, anche in quel particolare momento, perchè "l'arte rende immortali ed è l'accento in più che si dà alle azioni di ogni giorno". Come non essere d'accordo con le parole di Marko Tana?
E ora vorrei parlarvi di Marco, di quello splendida persona che è. Come tutti noi, con i suoi pregi e i suoi difetti. Una persona vera, che ti è vicina con discrezione e comunque sempre pronta ad aiutarti, qualunque sia la difficoltà.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo nel momento in cui è scomparsa una persona molto importante della mia vita, cioè mio padre. E' come se in quel momento qualcuno da lassù ha voluto rendere meno amara e triste la mia situazione. Una presenza giornaliera, che ha reso i primi momenti un pò meno tristi e che mi ha permesso di apprezzare e conoscere una stupenda persona.
Ha una bella famiglia, una compagna di vita e due bambini , con il maschietto che si chiama Fabrizio, proprio in onore del suo artista preferito, cioè Aldo Fabrizi (Aldo non gli piaceva come nome da dare al piccolo).
Marko Tana , è un grande sul palcoscenico ma, soprattutto, nella vita di tutti i giorni.

lunedì 1 marzo 2010

Hotel Residence Richemont - Parigi - Francia

Nei miei viaggi a Parigi, la mia seconda città preferita dopo la mia Roma, ho soggiornato in vari hotel e appartamenti. Mai nulla di molto scandaloso, sia dal punto di vista logitisco che estetico. Ma questa volta penso proprio di aver trovato un albergo con i fiocchi, pulito, ristrutturato, silenzioso e con il personale di una gentilezza unica. Punto molto su quest'ultimo punto, perchè generalmente si dice che i francesi sono sgarbati, un pò sbruffoni e poi soprattutto nei confronti di noi italiani. Invece in questo albergo, dalla prima all'ultima persona , la gentilezza e la voglia di mettersi a disposizione degli ospiti , non è mai mancata. Tanto per dirne una, hanno regalato a Jacopo due piccoli portachiavi che rappresentavano la Torre Eiffel in miniatura, insomma un pensiero carino. Ci troviamo nel 13° arrondissement, a pochi passi da Place d'Italie e a soli 5 minuti a piedi dalla fermata della stazione Francoise Mitterand e dalla linea C della RER, la quale risulta molto comoda per chi proviene dall'aeroporto di Orly. La zona è quella del quartiere cinese, ma non pensate a nulla di clamoroso, nel senso che la loro presenza è molto limitata e comunque il quartiere è veramente tranquillo e molto curato.
Le stanze sono molto ampie e ben tenute. Infatti si vede che l'intera struttura è stata ristrutturata recentemente. All'interno troviamo un bel letto a due piazze, non quelli tipici francesi un pò stretti e , nel nostro caso, un lettino aggiunto. C'è un bel televisore lcd con ricezioni di canali satellitari, rai uno compresa, la cassaforte, una finestra con affaccio sulla piazza che si trova proprio sotto l'albergo , una scrivania molto ampia e un armadio a due ante. La climatizzazione è centralizzata però è possibile regolarla autonomamente. Il bagno è pieno di prodotti , dalla cuffia per i capelli alle salviette per pulire le scarpe. C'è la doccia ed è senza finestra. Logicamente ci sono anche gli asciugamani , che vengono cambiati giornalmente.
E' veramente ben tenuto, è un misto tra ultramoderno e moderno, ma rapportato a un tre stelle. La reception è sempre attiva, anche se la sera, dopo un determinato orario, per entrare si deve usare la chiave magnetica che serve per aprire la stanza. Reception ottima e personale ancora di più. Come dicevo in precedenza, gentile e disponibile. Un computer con possibilità di collegarsi ad internet, gratuitamente, e a disposizione degli ospiti.
La colazione, servita nell'apposita sala e durante la bella stagione in un giardino attiguo, è composta da pane, fette biscottate, uova, marmellate varie, piccoli croissant, vati tipi di formaggi e da altre pietanze. Non sono presenti gli affettati, la cosa mi ha sorpreso un pochino, però vedendo la varietà e la quantità delle altre cose presenti, non ne ho sentito la mancanza. Logicamente, ci sono latte, sia caldo che freddo, caffè americano, tè, succhi di frutta, ecc. Il tutto è self service, ma prontamente quando finisce qualcosa, viene subito rimpinguata.
In qualsiasi punto di Parigi, visto le 14 metro, le linee RER e i mezzi pubblici di superficie, la posizione è ottima. Dall'albergo in cinque minuti ti trovi in due fermate diverse della metro e una della Rer. Togliendo che a 100 metri , su Rue de Tolbiac, passano molti autobus che portano in centro. La posizione è molto tranquilla e dunque ideale per rilassarsi e godere a pieno delle bellezze della capitale francese. La domenica a pochi minuti a piedi, c'è un piccolo mercato , che vende un pò di tutto. Per chi è di Roma, sembra una Porta Portese, molto in piccolo.
Insomma , non mancano locali per mangiare in zona e il prezzo pagato mi è sembrato buono, 120 euro a notte.
Lo consiglio vivamente e quando ritorno a Parigi, se non voglio andare in una zona più centrale, non mancherò di pernottare di nuovo al Residence Richemont.
Related Posts with Thumbnails